Il “Tessar” è uno schema ottico sviluppato dalla Carl Zeiss, brevettato nel lontano 1902, e poi largamente usato come obiettivo anche in tempi recenti: il Nikon 45mm f/2.8 AI-P è stato lanciato nel 2001 e usa un semplice schema ottico Tessar. Ha trovato posto persino nelle ottiche per cellulari come Nokia N8 che ne possiede uno miniaturizzato.
Si tratta di quattro (da cui il nome che deriva dal greco téssera, quattro) elementi divisi in due gruppi dal diaframma. Il primo gruppo è composto da due vetri separati da aria, l’altro dai restanti due incollati insieme.
Il suo inventore, Paul Rudolph, partì da due schemi ottici ora considerati “genitori”, il Protar e l’Unar.
Cercando di correggere problemi di aberrazione, distorsione e astigmatismo (la messa a fuoco irregolare), il chimico Otto Schott giunse alla conclusione di incollare quattro elementi di vetro, chiamando questo schema Protar, che si diffuse dal 1900 in poi. Paul Rudolph si accorse che distanziando nel modo giusto quattro elementi separati, senza necessariamente incollarli, si potevano ottenere risultati simili di correzione, e battezzò questo schema Unar. Successivamente, concluse che l’ibrido formato da questi due schemi precedenti dimostrava il comportamento migliore: sviluppò il Tessar come uno schema ottico di cui il primo gruppo proveniva dall’Unar (con i vetri separati) e il secondo gruppo ricalcava il Protar (con i vetri incollati); i primi prototipi avevano un’apertura di 1:6.3 (f/6.3). Considerando che all’epoca aperture tra 1:8 e 1:20 erano comuni, lo schema Tessar veniva considerato luminosissimo.
Con i nuovi calcoli di Ernst Wandersleb lo schema raggiunse l’apertura massima di 1:4.5 prima (1917) e poi 1:3.5, e con Will Merté il canonico 1:2.8, intorno agli anni ’30. Quando nel 1920 decadde il brevetto, il Tessar si diffuse praticamente ovunque, grazie alla semplicità dei quattro elementi e ai suoi buoni risultati.
lo schema Tessar dell’obiettivo Carl Zeiss Jena Tessar 50mm f/2.8 del 1952, attacco a vite M42.