Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (denominazione che risale al 2001, prima chiamato semplicemente Parco Nazionale d’Abruzzo) si estende per ben 49.680,00 ettari sulle province de L’Aquila in Abruzzo, quella di Frosinone nel Lazio e di Isernia nel Molise.
Insieme al Parco Nazionale del Gran Paradiso è il più antico parco d’Italia: la prima proposta di istituzione risale al 1914 dalla Federazione Pro Montibus et Silvis di Bologna che propose un piano di tutela ambientale, dopo aver verificato la concentrazione di specie appenniniche e di habitat nella Marsica, nel quale era previsto un grande parco esteso dall’alveo del Fucino e la Conca Peligna a Castel di Sangro, dal fiume Liri e Valle di Comino fino alle pendici della Majella. Il progetto fu giudicato eccessivamente costoso e difficile da mantenere, ma l’iniziativa non si fermò: il 2 ottobre del 1921, un anno prima dell’istituzione del Parco Nazionale del Gran Paradiso, la stessa Federazione, lo zoologo Alessandro Ghigi e il botanico Romualdo Pirotta affittarono dal comune di Opi circa 500 ettari della Costa Camosciara, nell’alta Val Fondino.
In questa zona trovarono rifugio, tra le tante specie animali, l’Orso bruno Marsicano, il Camoscio d’Abruzzo e il Lupo Appenninico.
Il 25 novembre 1921 ci fu la cerimonia inaugurale e per acclamazione fu costituito l’Ente Autonomo Parco Nazionale d’Abruzzo.
Nel 1923 l’Amministrazione del Parco è ufficialmente istituita, e si comincia a estenderne i confini: Civitella Alfedena e Villetta Barrea (Monte Petroso e Camosciara), Opi (Val Fondillo, Valle Fredda), Pescasseroli (Forca d’Acero, La Difesa), Villavallelonga e Collelongo (Valli d’Angro), Lecce nei Marsi e Gioia dei Marsi (Cicerana, Passo del Diavolo), Campoli Appennino e Alvito (Capo d’Acqua, Val Lattara), Settefrati, Bisegna (Terratta). Tre anni dopo il territorio si estende ai Monti della Meta in provincia di Frosinone (Picinisco, San Biagio Saracinisco, Vallerotonda) e in parte del territorio di Pizzone e della valle del Sangro; nel 1926 è istituito il museo e lo zoo del Parco a Pescasseroli, dove ancora oggi c’è la sede e la direzione del Parco.
Nel 1933 il regime fascista sopprime l’Ente Autonomo, probabilmente per i suoi legami con l’associazionismo cattolico e per rafforzare la presenza nei parchi italiani della Milizia Forestale, che viene ricostituito nel 1951 dal governo dell’epoca. Il Parco fu amministrato da Francesco Saltarelli, a partire dal 1952, che tentava di opporsi all’ondata d’abusivismo, ma la sua direzione fu presto eliminata per interessi speculativi che voleva la realizzazione di un grande comprensorio turistico-alberghiero da Roccaraso ai comuni della Val di Comino e in generale una espansione incontrollata delle nuove costruzioni. Un lungo periodo di commissariamento e di difficili battaglie per la tutela (nel 1967 il parco ottiene il diploma europeo per la conservazione della natura) terminò nel 1969 quando Franco Tassi divenne il nuovo direttore. Nel 1976 il Parco si estende al Massiccio della Marsica, sono gli anni del grande successo del parco, il ripensamento dei precedenti disegni di sviluppo si concretizza nell’accoglienza selettiva del turismo ecologista e ambientalista, in contrasto con gli afflussi di massa. Per la prima volta in Italia fu lanciato un nuovo modello economico ambientale che trova il suo riferimento nello sviluppo economico di Civitella Alfedena. Nel 1999 l’ultimo grande ampliamento, 4200 ettari nei comuni di Ortona dei Marsi e Bisegna nella valle del Giovenco.