Martedì scorso, nella “Sala Margana” in P.zza Margana a Roma, uno dei più giovani e promettenti fotografi naturalisti italiani, Bruno D’Amicis ha tenuto una conferenza sulla vita del fotografo di montagna.
La sua passione è stata coltivata fin da piccolo, all’ombra delle montagne Marsicane (Abruzzo), da 15 anni scatta fotografie e da 5 è diventato un professionista delle immagini, concentrandosi su flora e fauna montana.
Le sue tecniche di avvicinamento agli animali ci rivelano con quanta dedizione si dedica alla salvaguardia ambientale e alla conservazione della specie in maniera attiva; infatti, nell’aprile del 2010 esce in Slovacchia il libro realizzato in collaborazione con l’ecologo slovacco Erik Baláz “The Last Stronghold”, fortemente voluto come mezzo per conoscere e salvaguardare la valle “Tichà” in Slovacchia.
I suoi progetti si espandono in vari paesi esteri, ma tutto lo spinge a tornare sulle “sue” montagne, le montagne del Gran Sasso, della Majella o anche del Parco D’Abruzzo ecc, a dimostrazione di ciò, il prossimo Natale uscirà un altro libro sulla vita dei camosci.
La passione, è inutile dirlo, gliela si legge in faccia, e trasuda da ogni immagine che con cura realizza e propone al pubblico.
La fatica con la quale realizza le sue fotografie viene premiata dalle emozioni che, ve lo posso assicurare, si leggono negli occhi di chi osserva le sue foto, da chi tira un sospiro nostalgico guardando una sua immagine e sembra immaginare di trovarsi esattamente dove è stata scattata.
Uno dei pochi, veri, e soprattutto giovani, fotografi naturalistici italiani che ancora si svegliano alle 3 del mattino per poter godere della luce dell’alba; che ancora sperano e credono che un mondo migliore,che sappia rispettare a pieno le meraviglie che ci regala la natura, sia possibile e lottano perchè sanno che questo mondo si costruisce con la cultura, con l’informazione e con la tenacia.
Grazie di crederci veramente.