Un paio di considerazioni prima di scattare


I am not a scientist. I consider myself an artist who employs certain techniques to free my vision.”
(“Non sono uno scienziato. Mi considero un artista che usa certe tecniche per liberare la mia visione”.)
Ansel Adams

Molte persone sono convinte che controllare perfettamente i tempi di scatto e l’esposizione sia la chiave per ottenere foto speciali. Non è proprio così.
Queste tecniche hanno a che fare con la qualità della foto più o meno come le tecniche di riparazione e pulizia di una tastiera del computer hanno a che fare con la scrittura.
Quando si fotografa è fondamentale l’osservazione. È necessario comprendere ciò che si osserva per decidere cosa inquadrare, cosa lasciare in secondo piano e cosa sfocare regolando l’apertura (quando possibile): in caso contrario, la foto si riduce a una semplice registrazione di dati e finisce per risultare poco interessante.
Capire e quindi comporre è la chiave per ottenere immagini suggestive.
Detto questo, nulla vieta di usare raffinamenti e correzioni per evidenziare o potenziare l’effetto di una foto. La resa dei colori e delle luci gioca un ruolo fondamentale in questo caso; non è solo una riproposizione più o meno accurata dell’effetto atmosferico che si era verificato al momento dello scatto, può diventare parte effettiva della composizione e dell’emozione che si è tentato di catturare fotografando.
Le semplici regolazioni base della fotocamera possono aiutare. Per esempio regolare il bilanciamento del bianco in modo appropriato produce un’immagine che risulta più o meno calda, a seconda che si usi una regolazione basata sull’opzione “nuvoloso” o “luce fredda”: è utile usarla per accentuare il calore della luce di un tramonto o quando si vuole far predominare la tonalità verde della vegetazione. Di solito si tende a lasciare il bilanciamento del bianco su “auto”, pensando a correggerlo solo in una seconda fase, ma certe volte si ottengono dei buoni risultati immediatamente e si riesce a saltare un passaggio della fase di post-produzione.
Non è da dimenticare il controllo della compensazione d’esposizione. Tipicamente i sensori delle reflex più a buon mercato hanno una gamma dinamica relativamente ridotta: considerano un punto di bianco e di nero abbastanza ristretto, e finiscono per compattare in bianco “pieno” una gradazione molto tenue di colori che l’occhio umano nella sua raffinatezza riesce ancora a percepire. Per questo motivo, in caso di scene particolarmente luminose o con contrasti elevati e buona norma ridurre di qualche punto l’esposizione a un -0.3 o -0.7: è più facile schiarire le tonalità scure che recuperare quelle chiare nella fase di post-produzione. Si riescono così a ottenere gradazioni più morbide e sottili per il colore dei cieli, in particolare delle nuvole, che spesso risultano “bruciate” quando si lascia fare al sensore della reflex, specie quando l’esposimetro si regola su un punto relativamente scuro.


Informazioni su Valentino

Nasce a Formia il 5 agosto del 1987. 
Viene adottato dalla capitale quando inizia gli studi di Architettura nella facoltà Ludovico Quaroni che tutt’ora frequenta. 
Fin da subito sviluppa un forte interesse alla fotografia di tipo architettonico e alla street photography, ed inizia a partecipare alle uscite fotografiche naturalistiche. 
La sua capacità d’osservazione non passa inosservata, dallo stile inconfondibilmente minimalista e ben composto ha una forte predilezione per il bianco e nero, realizza i suoi scatti con naturalezza quasi fosse insito in lui. 
Naturalmente minimalista.
 I suoi interessi sono anche la grafica, cinema, design e, ovviamente, architettura.
“Dottore, dottore… soffro gravemente di nostalgia dell’Islanda, che cosa devo fare?”